Salvarono la fede, fermarono il comunismo: due storie troppo occultate

Articolo di Giuseppe Prinno 

Difesero la fede, fermarono il comunismo di Giovanni Formicola (fondatore della rivista Cristianità, di Alleanza Cattolica) è un testo veramente controcorrente in un epoca in cui si tenta in ogni modo di riabilitare quelli che furono i regimi comunisti (o nel caso spagnolo repubblicano) e le loro derive anticlericali.

Il libro è diviso in tre parti: la prima spiega con estrema precisione le visioni religiose (o per meglio dire anticristiane) del movimento comunista, la sua inconciliabilità totale col pensiero cattolico e le sue influenze culturali dopo la caduta (quello che chiamiamo comunemente marxismo culturale).
La seconda parte (che personalmente mi è piaciuta molto, in quanto sono particolarmente legato alla figura di San José Sánchez del Río, giovane cristero spagnolo ucciso per non aver voluto rinnegare la sua fede cattolica) parla delle misure anticattoliche del governo comunista di Plutarco in Messico e la coraggiosa e forte reazione del popolo di Dio, il quale seppe imbracciare le armi e darsi alla guerriglia contro un'autorità ingiusta, massonica e violenta. Il testo analizza minuziosamente quelli che furono le diverse restrizioni che la Chiesa ha dovuto subire (dapprima piccole fino al completo conflitto).
In seguito sono presenti quattro lettere encicliche di Papa Pio XI riguardo gli avvenimenti in Messico (e l'ultima con l'invito ai vescovi, ai presbiteri e al popolo della Chiesa a rivendicare i propri diritti e difenderli).


L'ultima parte è dedicata alla Spagna, spaziando dalla nascita della Repubblica di Spagna, arrivando fino alla caduta del regime di Francisco Franco. Viene analizzato con attenzione quello che era dapprima una sorta di anticlericalismo liberale e sottile (piuttosto simile a quello che viviamo oggi) fino ad arrivare alle uccisioni, agli arresti e alle torture di fedeli e religiosi. Viene finalmente definita la lotta del generalissimo Franco come una Crociata, termine che ad oggi in Spagna è causa di scandali.
Ebbene è in questa parte del libro, precisamente al paragrafo 4.2, in cui viene affermato che 
"la Chiesa e l'esercito svolgono questa indispensabile funzione. Dei militari abbiamo detto. Essi si pronunciano con l'Alzamiento e presto il loro vero leader, Franco, ne comprende il carattere di Cruzada - che è l'unico che gli avrebbe guadagnato, come gli guadagna, l'entusiastico consenso del Popolo non rosso. Ma la congiuntura internazionale lo induce - è difficile dire con quanta convinzione e quanto o torto collo- a contaminare l'omogeneità Cattolica e tradizionale del popolo che lo segue con simboli, rituali e soprattutto uomini provenienti dalla minorità della fascistica Falange Española de las JONS. È il prezzo che paga un'atmosfera politica che identifica i fascismi come i veri nemici del sovversivismo rosso, e all'aiuto ricevuto dalle potenze Nazionalsocialista e fascista, Germania e Italia, che equilibra quello della III internazionale ai rossi? È difficile dirlo, ma è purtroppo certo che tale contaminazione avrà una forte influenza sulla politica dei primi anni del regime instaurato con la Cruzada vittoriosa".
In primo piano è importante dire che il movimento Falangista, al quale abbiamo dedicato diversi articoli in passato, ha avuto una forte influenza non solo nella politica del regime di Franco, bensì sulla stessa crociata che egli ha condotto. Si stima infatti che circa 40.000 fossero i combattenti delle milizie falangiste a combattere per il generalissimo. Tutto ciò senza contare i numerosissimi volontari falangisti che si arruolarono prontamente nell'esercito. Parlando della questione dell'omogeneità Cattolica e tradizionale dello schieramento franchista, al quale il movimento Falangista non toglieva nulla in quanto movimento fortemente tradizionalista e allo stesso tempo fortemente cattolico (e non a parole, ricordiamo che il suo Leader, José Antonio Primo de Rivera, morì fucilato dai rossi in carcere e sotto la sua camicia indossava lo scapolare della Madonna del Carmelo; inoltre nel programma della Falange si voleva rievocare uno spirito imperiale di una Spagna che sotto la croce di Sant'Andrea "ha conquistato un mondo", per usare le parole di José Millan-Astray). Sorpassando la questione del fascismo in quanto avversario del comunismo, idee che una certa destra liberale vorrebbe accomunare, arriviamo alla famigerata questione degli aiuti da parte di Italia e Germania. Quello che a me sembra, ripeto può essere una mia lettura errata, è che si vuol far passare gli aiuti di Italia e Germania come un problema per Franco, come se "purtroppo è stato aiutato". Bisogna ricordare che tuttavia senza quegli aiuti probabilmente la Guerra Civile Spagnola sarebbe finita in modo assai diverso. Ricordiamo infatti che Mosca fornì al Fronte Popolare e ai suoi sostenitori 648 aerei, 347 carri armati, 60 veicoli blindati, oltre 1.100 pezzi di artiglieria, 340 mortai, 20.000 mitragliatrici, quasi 500.000 fucili, 862 milioni di munizioni, 3,5 milioni di granate, e altro ancora; inoltre si arruolarono nelle brigate comuniste internazionali circa 60.000 uomini da tutto il mondo.
          Volontari italiani in partenza per la Spagna
Invece Franco ricevette dalla sola Germania 19.000 uomini e 100 aerei di ultima generazione, l'Italia mandò un contingente di 70.000 uomini (tra soldati e volontari delle camicie nere, ricordiamo coloro che partirono dal porto di Napoli) e 120 aerei;inoltre è doveroso ricordare le migliaia di volontari dai movimenti fascisti di tutta Europa, come i (circa) 12.000 volontari portoghesi, i volontari rumeni (di cui ricordiamo l'eroe Ion Motza, al quale Franco dedicherà un grande monumento), i 700 irlandesi delle Blueshirts, i volontari belgi, francesi...
      Ion Motza, eroe rumeno della guerra di Spagna 
Inoltre si deve ricordare che nella prima fase della Guerra una buona parte delle truppe nazionaliste si trovava nel Marocco spagnolo e che se non fosse stato per gli aiuti tedeschi (soprattutto in questo caso, poiché furono gli aeroplani tedeschi a portare gli spagnoli nella Spagna continentale) le truppe franchiste sarebbero rimaste senza una buona parte dei generali. 
Insomma senza l'aiuto dei movimenti fascisti in tutta Europa la lotta di Franco avrebbe avuto un risultato diverso, forse per questo non ha mai rinnegato quelli che erano simboli e gesti (ma anche idee, guardiamo alla democrazia organica attuata da Franco) e ancora oggi la Spagna è meta di pellegrinaggio da parte dei nazionalisti di tutta Europa che ricordano i loro connazionali morti per la Cruzada.

Il libro "Salvarono la fede, fermarono il comunismo" è quindi una lettura che secondo il mio modesto parere consiglio vivamente a tutti, che ci dimostra quanto un cristiano debba essere pronto a fare per la sua Fede e per la sua Patria.


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