Alfred Bäumler e la sua manipolazione di Nietzsche

Oggi andremo a parlare (come già anticipammo nell'articolo "I famigerati paganisti dello NSDAP (fino al 1933)" )del filosofo Alfred Bäumler, uno dei (pochi) paganisti intellettuali del NSDAP.
Bäumler conferì legittimità accademica allo NSDAP attraverso nel suo caso la filosofia. 
Egli riuscì a mantenere e a stringere molto bene i rapporti con i nazisti dentro al terzo Reich, in particolare servì come uomo di collegamento tra Rosenberg e le università tedesche, diventando, dopo lo scoppio della guerra, il capo della divisione accademica nell’ufficio di Rosenberg.
Ciò che contribuì alla sua fama più di tutto, fu la sua nazificazione di Nietzsche, che descrive nel suo libro intitolato “Nietzsche il filosofo e politico”, all’interno del quale descrisse il filosofo come il più grande intellettuale capostipite del nazismo.
Bäumler fece enormi distorsioni della sostanza ideologica di Nietzsche, sottovalutando o negando il Nietzsche che portava più attenzione all’individuo rispetto alla comunità. 
Per quel che riguarda “l’antisemitismo” di Nietzsche, Bäumer sostenne che i commenti filo semiti di Nietzsche furono un metodo per ottenere l’attenzione dei tedeschi.
Il suo lavoro nell’ufficio di Rosenberg e la sua fama di grande filosofo ebbero molta influenza su Rosenberg stesso, perché se Rosenberg non fece quasi menzione di Nietzsche nelle sue prime opere il suo interesse in lui fiorì nel terzo Reich, mentre era sotto la tutela di Bäumler.
Bäumler non solo minimizzò il filosemitismo di Nietzsche ma anche la sua ostilità al cristianesimo poiché, come la maggior parte dei paganisti nazionalsocialisti, era un ardente ammiratore di Lutero e della sua Riforma.
In due articoli da lui scritti sul sul periodico dello NSDAP, “Schulungsbrief”, descrisse Lutero come nientemeno che il “tedesco originale” e la sua Riforma come la liberazione del suolo tedesco dalla teocrazia romana.
Lutero fu da lui descritto anche come il pioniere della consapevolezza razziale germanica.
Hitler, come il suo maestro Eckhart, non aveva simpatia per Nietzsche tantomeno per i surrogati religiosi di Rosenberg.
Hitler infatti, in una conversazione con Hans Schemm ed Otto Wagner, prese in giro i paganisti e «l'immondizia che vanno a ripescare dalla preistoria tedesca! Poi leggono Nietzsche con i ragazzini di quindici anni!».

Insomma, Bäumler fece più danni per le idee identitarie che altro, accollandoci anche Nietzsche che (per quanto possa avere punti interessanti) è un po' una palla al piede.

Articolo di Elisa C.

Fonti
The Nietzsche's legacy in Germany, Steven Aschheim 
Nietzsche, il filosofo e politico, Alfred Bäumler
Heidegger's Crisis: Philosophy and politics in Nazi Germany, Hans Slugs
Hitler: memory of a confidant, Henry A. Turner 


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