Horia Sima, una vita per la Romania

Horia Sima fu un politico nazionalista rumeno, conosciuto come l’ultimo leader del movimento legionario rumeno della Guardia di Ferro.
Egli nacque il 3 luglio 1906 in Transilvania, allora facente parte del Regno d’Ungheria, e nel 1926 cominciò a studiare Lettere e Filosofia presso l'Università di Bucarest per poi diventare, a partire dal 1932, insegnante di scuola superiore.
Nel 1927, quando ancora era studente, decise di unirsi al neonato movimento della Guardia di Ferro.
Nel 1935 divenne comandante legionario della regione di Timișoara e nel 1938, dopo che il fondatore del movimento Corneliu Zelea Codreanu fu imprigionato e successivamente assassinato per ordine di re Carol II, essendone l’unico membro di spicco a non essere imprigionato, divenne illeader del partito.
Ne 1939, Sima fuggì in Germania , in cui assieme ad altri nazionalisti rumeni tentò di pianificare un colpo di stato, tuttavia il complotto fu scoperto dalla polizia tedesca e diversi legionari furono arrestati.
Nell'estate dello stesso anno, ordì l'assassinio del primo ministro rumeno, Armand Călinescu, che andò a buon fine e permise al suo gruppo di legionari di prendere il controllo dell'emittente radiofonica nazionale.
Nel settembre 1940, successivamente al tentativo da parte dei legionari di attuare un colpo di stato che, malgrado fosse fallito aveva causato molte proteste contro il governo, Carol II abdicò e la Guardia di Ferro si alleò politicamente con il generale Ion Antonescu, formando uno Stato Legionario Nazionale, Sima salì al potere come vice primo ministro nel nuovo governo e riprese le sue attività come leader della Guardia di Ferro in Romania.
Poco tempo dopo, iniziarono a sorgere vari problemi, che causarono alcuni dissidi tra Sima e Antonescu.
Successivamente, sia Sima che Antonescu furono invitati dal governo tedesco a Obersalzberg per incontrare il cancelliere del Reich, al fine di mediare le relazioni tra i due leader rumeni e discutere le relazioni tedesco-rumene. Sima rifiutò di presentarsi e, successivamente al suo incontro con Hitler e avendo ricevuto il suo appoggio, Antonescu tagliò tutti i rapporti con lui e iniziò a sopprimere la Guardia di Ferro. 
A differenza della maggior parte dei Legionari, Sima riuscì a sfuggire alla prigione e, insieme ad altri Legionari, fuggì in Germania, in cui fu imprigionato a Buchenwald.
Nel frattempo, le autorità rumene decretarono la sua pena di morte in absentia, per assicurare il suo esilio a vita.
Nel 1942, fuggì in Italia con il consenso di Mussolini, ma poco dopo venne nuovamente arrestato ed estradato in Germania, su ordine di Galeazzo Ciano.
Quando la Romania cambiò schieramento, unendosi agli Alleati nell'agosto 1944, Sima fu rilasciato e creò un governo filo-tedesco a Vienna, trasmettendo istruzioni ai battaglioni fascisti tramite la radio tedesca. 
Successivamente all’avanzamento dell’Unione Sovietica, fuggì ad Altaussee, poi visse a Parigi, in Italia e infine in Spagna.
Nel gennaio 1954, Sima fu formalmente e pubblicamente "rinnegato” dal Movimento Legionario, ma tentò fino agli anni '90 di formare connessioni con le ideologie tradizionali dell'anticomunismo, e denunciò la Romania comunista, continuando a pubblicare letteratura ideologica mentre era in esilio in Spagna. Successivamente partecipò, insieme ad altri legionari in esilio, al blocco delle nazioni anti-bolscevico guidato da Yaroslav Stetsko e alla Lega mondiale anticomunista. In Spagna, Sima strinse stretti legami con diversi politici franchisti e falangisti.
Dagli anni '70 in poi, Sima pubblicò una serie di libri anticomunisti e antimassonici attraverso l'editoriale FuerzaNueva di Blas Piñar.
Sima morì a Madrid il 25 maggio 1993, all'età di 86 anni, e fu sepolto vicino a sua moglie Elvira Sima a Torredembarra, vicino a Barcellona, in Spagna.

Articolo di Elisa C.

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